Puntata 6 – La Fontana delle Zizze ⛲

Oh, una dritta per tutti i maschietti sporcaccioni in ascolto:
proprio a due passi dalla sede centrale dell’Università di Napoli, se vi intrufolate in un vicoletto dietro corso Umberto, ci sta una signorina che vi mostra le tette!
Se potete andate a dargli uno sguardo!
Fatemi sapere si vi sono piaciute. 😋
Attenzione però, la tipa graffia, ha zampe da uccello.
E poi… vi avviso: sono finte! 😁


Oggi parliamo di una delle fontane di Napoli.
Non la più grande, ma sicuramente una delle la più belle. Personalmente la mia preferita.
A dire il vero quella che trovate in strada è pure una copia, fedele all’originale, realizzata agli inizi del ‘900.

Però è un’opera con carattere, sensualità, storia… e tanto altro.
C’è da parlarne, insomma. Tanta da farci una puntata qui su VDP Podcast.

La Fontana della Spinacorona

In questa puntata vi presento la Fontana della Spinacorona.
Meglio conosciuta col suo più diretto e convincente nome popolare:
la fontana delle zizze.

Come l’avreste chiamata voi una fontana che raffigura una bella ragazza che stringe i seni dai quali viene fuori dell’acqua?

Dove si trova la Fontana della Spinacorona?

Ci troviamo a due passi dalla sede centrale dell’Università Federico II, in un vicoletto alle spalle di Corso Umberto I, verso piazza Nicola Amore.

La strada si chiama via Giuseppina Guacci Nobile.
La fontana si trova su una delle pareti esterne della chiesa di Santa Caterina della Spina Corona.

come sarebbe la fontana della spinacorona se fosse viva?

Partenope, Sirena vecchia scuola: donna-uccello

Il soggetto principale di questa fontana è una Sirena. Eh sì, è proprio lei: Partenope, icona mitologica di Napoli.

Attenzione, però, vi avviso: è una sirena di vecchia scuola. Dimenticate gli stereotipi disneiani e le dolci parvenze ibride donna-pesce.

La signorina in questione è femmena, non è così giovane come invece suggerirebbero le sue toniche sembianze.
Le prima volta in cui si hanno testimonianze scritte sulla fontana della Spinacorona è infatti nel 1498.

Si parla della fontana di un documento relativo alla distribuzione idrica in città: la Platea delle acqua.
Fonti meno certe daterebbero parte della fontana, ed esattamente la sola struttura sovrastante la vasca, addirittura al 1139.

meme fontana delle zizze
Sirena? Meglio se napulegna!

Una cosa è certa: quando la fontana è stata realizzata si era ancora nel medioevo, o comunque quest’ultimo era volto al termine da pochissimo.

E nella medioevo le sirene venivano rappresentate perlopiù non con sembianza di donna-pesce, ma dall’aspetto misto di donna e uccello.

Le sirene “marine” presero il sopravvento solo successivamente. Nella produzione artistica medievale vi è addirittura assenza di sirene con la coda di pesce prima del XI-XII secolo!

La Sirena Partenope della Spinacorona è una donna alata e con robuste zampe da uccello, dotate di artigli da aquila.
Ve l’avevo detto che graffiava… 😂

Descrizione della Fontana

A parte la Sirena dai cui seni zampilla l’acqua, la fontana ha tante altre particolarità interessanti.
Continuiamo quindi ad analizzare l’opera nella sua interezza.

Subito sotto la donna alata, sopra la vasca, troviamo una rappresentazione del Vesuvio.
Il vulcano è lambito da flutti di lava e sulle sue falde sono scolpiti un violino e delle lingue di fuoco.
In pratica Partenope è intenta a spegnere i fuochi del Vesuvio con l’acqua che sgorga dai suoi seni.

Secondo quanto ho trovato nelle mie ricerche la simbologia dell’immagine della sirena è soggetta a due interpretazioni:

  1. Partenope che, con la sua bellezza, ferma l’eruzione e impedisce al Vesuvio di sommergerla nelle fiamme. Quindi la semplice rievocazione e celebrazione di qualche eruzione storica poi conclusasi senza danni a Napoli;
  2. il potere (la Sirena) impegnato a placare i tumulti del popolo Napoletano (il rabbioso Vesuvio);

Io propenderei per la prima ipotesi.
Voi pensatela come volete ma sappiate che, a chiudere il cerchio di questa scena carica di pathos, c’è una lapide con sopra incisa la frase in latino:

Dum Vesevi Syrena Incendia Mulcet.
Mentre la Sirena addolcisce l’incendio del Vesuvio.

Incisione in latino presente sulla Fontana della Spinacorona

Ah, non dimentichiamoci del violino scolpito in rilievo sul Vesuvio.
È un chiaro riferimento alla musica, arte da sempre profondamente legata alla città di Napoli.

Sotto la parete, a sorreggere Vesuvio e Sirena, c’è una vasca rettangolare in marmo che raccoglie l’acqua.
La vasca è abbellita da altorilievi di ghirlande e degli stemmi del viceré e della città di Napoli.

Simmetriche ai lati della vasca sono poste due lastre in marmo con altorilievi rappresentanti lo stemma di Carlo V, simboliche colonne e fregi geometrici.

Dal punto di vista artistico e scultoreo, l’opera costituisce una testimonianza del passaggio dai gusti medievali alle prime forme e decorazioni barocche.

Bisogna tenere conto che l’opera ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche.
La struttura principale, Sirena-Vesuvio, semplice e senza elementi di aggiunta è quasi sicuramente risalente all’epoca medievale.
Tutti gli altorilievi che si trovano sulla vasca e ai lati di quest’ultima, che virano verso un gusto certamente più barocco, sono stati invece aggiunti durante il restauro avvenuto a metà del 1500 per volere del vicerè don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga.

Come già detto, l’opera presente oggi in strada è una copia dell’originale che è stata prima restaurata negli anni ’20 del secolo scorso, per poi essere, qualche anno dopo, rimossa e custodita presso il Museo Nazionale di San Martino.

La copia copia identica venne scolpita da Achille D’Orsi.

Oggi, lo stato di conservazione della copia, così come tra l’altro riportato su un documento ufficiale che ho trovato sul sito del Comune di Napoli, non è entusiasmante.
Ci spaccature evidenti e numerosi danni al marmo.
Il documento che ho citato definisce lo stato addirittura “pessimo”.

Inoltre il distacco della parete di fondo, a causa dell’umidità, inizia a diventare davvero importante.

Ho invece cercato un po’ di informazioni sull’opera originale custodita al Museo di San Martino.
In rete non ho trovato praticamente niente.

Ho trovato solo su un articolo de Il Mattino, con la foto di una sirena identica, ma fortemente danneggiata e mancante di alcuni pezzi importanti come viso e ali superiori.


Immagino sia parte dei pezzi custoditi al museo.

Nel frattempo mi sono ripromesso di recarmi quanto prima al Museo per indagare di persona.

Se volete restare aggiornati su cosa troverò di persona scrivetemi una e-mail a info@vitadapertenopei.it, e non mi scorderò di voi. 😉

Link

Credits

Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974

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